
Romanzi classici
Excelsior 1881
2008
176

Che bella scoperta, la piccola Catalina! Un libro piacevolissimo, davvero. Un classico dimenticato (o meglio, mai scoperto in Italia) che merita tutta la nostra attenzione. Lo ammetto, l’ho acquistato solo per due motivi, entrambi poco nobili. Il primo è il prezzo: trovato in super sconto a poco più di uno o due euro, non ho potuto resistere dall’addocchiarlo. Il secondo è il titolo. Le avventure di una monaca vestita da uomo. Che meraviglia! Un istante dopo averlo letto, un mondo incredibile mi si è palesato davanti. Che avventure avrebbe potuto vivere una monaca vestita da uomo nel Seicento? Nonostante la copertina di gusto discutibile (ma, come ben saprete, mai giudicare un libro dalla copertina!), alla fine è diventato uno degli acquisti più felici che un buon lettore possa sperare!
Breve e leggero, ma incredibilmente sorprendente. Sì, sorprendente è la parola giusta, perchè De Quincey con questo breve romanzo rivoluziona qualunque stereotipo voi abbiate sulle fanciulle seicentesche. La protagonista è Catalina, detta Kate, una ragazza che è stata rinchiusa in convento pochi istanti dopo la sua nascita da un padre che non voleva avere attorno altre figlie femmine e che, una volta cresciuta, decide di fuggire per vedere il mondo. Aspettate a provare pena e compassione per lei, perchè la “gattina”, come veniva chiamata dalle monache che l’hanno cresciuta, ha un animo ardente e un cuore temerario e non esita un istante a fare quanto necessario per riprendere il controllo della sua vita. Ruba le chiavi del convento, si cuce un abito da uomo e scappa il più velocemente possibile per evitare che qualcuno la riporti indietro. Inizia così il suo viaggio di fortuna come cittadina/o del mondo, nutrendosi di bacche e coraggio. In qualche modo, la sua fuga ricorda quella di Boccadoro nel racconto di Hesse. Entrambi prigionieri di scelte fatte per loro dai propri padri, abbandonano la vita monastica per dedicarsi alla scoperta di sè stessi e del mondo. Mentre Boccadoro dedica le sue giornate alla frivolezza e all’amore, Catalina diventa presto un soldato temerario, pronto a lanciarsi in qualsiasi battaglia gli si presenti, guidato dal richiamo della vita. Come una moderna Ulisse, non si porrà problemi a rubare, ingannare, ferire o uccidere, e come un vero eroe, ma al femminile, risalterà in ogni guerra, si distinguerà per coraggio e fierezza, per determinazione e intelligenza. Senza farsi mai scoprire, attraverserà la Spagna, doppierà Capo Horn, naufragherà in Perù, combatterà gli indios in Cile, rischierà la vita sulle Ande,… Il tutto narrato da un magistrale De Quincey. Con linguaggio semplice e scorrevole, condito con tagliente ironia e un pizzico di invidia, si nasconde uno scrittore incredibilmente moderno e stravagante. In Catalina, come in Boccadoro, riconosciamo il desiderio intrinseco dell’uomo di essere libero, indipendente, di solcare mari in tempesta, di affrontare duelli, di godere delle effimere glorie della vita. Mentre Boccadoro ha però un legame inscindibile con il suo Narciso, qualcuno da cui tornare, Catalina è del tutto sola. Non ha patria, non ha famiglia. Ha solo il suo istinto, che la spingerà continuamente verso l’ignoto, verso l’avventura.