Storia proibita di una geisha. Una storia vera Book Cover Storia proibita di una geisha. Una storia vera
Mineko Iwasaki
Newton Compton
2012
318

Mineko è una bambina schiva e solitaria quando alla tenera età di cinque anni viene allontanata dalla sua famiglia: l’anziana Madame Oima, direttrice di un’okiya, una casa per geishe di Kyoto, ha infatti deciso di farne la propria erede. Così per Mineko comincia una lunga e impegnativa formazione: estenuanti lezioni per apprendere antichi passi di danza, per imparare a suonare gli strumenti della tradizione e per acquisire tutti i segreti di quel cerimoniale rigido e severo che rende le geishe maestre di etichetta, eleganza e cultura. La ragazza s’immerge nello studio e non si concede alcuna distrazione, pur di realizzare il suo unico grande sogno: essere la migliore danzatrice del Giappone. E gli sforzi non saranno vani. Mineko Iwasaki diventa infatti la geisha più brava, ricercata e corteggiata di tutto il Paese. Testarda e fiera, si muove a proprio agio in un mondo che non ammette ribellioni, fino a quando, un giorno, decide di infrangere le regole austere sulle quali è fondata tutta la sua esistenza. Coraggiosa e intraprendente, abbandona le convenzioni che non le hanno permesso di vivere in maniera autentica e sceglie di tornare a essere semplicemente una donna.
Con eleganza, ironia e leggerezza, Mineko ci accompagna attraverso le trame e i segreti di una cultura millenaria, restia a svelarsi, osando strappare il velo di pudore che da sempre avvolge un universo frainteso.

Dopo Memorie di una geisha, la conturbante confessione di Mineko Iwasaki, la geisha più famosa della sua generazione

«La sua carriera è stata sconcertante, tutti desideravano vederla all’opera. La storia di una vera geisha.»
Il Venerdì di Repubblica

«Il vero amore è nelle memorie di una geisha.»
il Giornale

Mineko Iwasaki e il mondo delle geishe

Esiste un codice nel mondo delle geishe: nessuna di loro può parlare dei propri clienti fino a quando sono in vita. Ecco perchè il loro mondo appare tanto segreto e misterioso, dando adito alle più inappropriate fantasie. Le geishe sono prostitute? No, però hanno rapporti con i propri clienti? A volte, ma quali? E così via…

 

Lo scandalo

Parte di tale confusione è derivata dal romanzo pubblicato da Arthur Golden, Memorie di una geisha. Leggendolo si ha in effetti l’impressione che le geishe siano, a tutti gli effetti, prostitute di lusso vendute a uomini colti e facoltosi. Nulla di grave, in fondo si tratta di un romanzo d’invenzione, se non che Golden, sull’onda del successo mondiale del libro, ha deciso di rilasciare alcune interviste in cui dichiara apertamente di es

sersi ispirato alla vita di una nota geisha contemporanea, Mineko Iwasaki, per la stesura della storia. I due avrebbero in effetti collaborato durante le ricerche dello scrittore, vincolati però da un contratto che imponeva a Golden la massima riservatezza sul nome della propria fonte, così da non SONY DSCsottoporla all’onta che l’aver infranto il codice morale le avrebbe causato. Ritrovatasi invece citata nei ringraziamenti a fine libro, Mineko, che dichiara di essersi sentita tradita dall’uso che Golden ha fatto di informazioni da lei ritenute confidenziali, così come dal modo in cui lo scrittore aveva deciso di rielaborarle, decide di denunciarlo per diffamazione e violazione di contratto.

Infatti, oltre alla violazione della propria privacy, Iwasaki non avrebbe per nulla gradito di essere stata paragonata a Sayuri. Nel romanzo di Golden infatti la verginità della protagonista viene letteralmente messa all’asta, venduta al miglior offerente, mentre Mineko sostiene che nulla di simile sia mai accaduto ad una geisha di Gion e di sicuro non a lei. Un simile paragone la equiparerebbe ad una prostituta, deviando i lettori da quella che è la realtà giapponese. In seguito a tutta la pubblicità negativa che Golden ha attirato su di lei, la donna ha ricevuto numerose minacce di morte e richieste di censura per aver disonorato la sua professione. Nel 2003, la Iwasaki e la casa editrice di Golden sono riusciti a giungere a un accordo extragiudiziale per una somma di denaro il cui ammontare non è mai stato reso pubblico.

 

L’autobiografia

La pubblicità negativa e le allusioni su una sua fantomatica attività come prostituta, hanno spinto Mineko ad esporsi come mai nessuna geisha aveva fatto prima, trascrivendo in un libro autobiografico le sue più intime memorie. Il ritratto che ne deriva sembra in effetti distare e non di poco dal romanzo di Golden. La storia che racconta lei è infatti quella di una ragazza che deve destreggiarsi tra i folli orari di studio, danza, portamento. Un’educazione indubbiamente severa e rigorosa, impartita all’interno di un mondo conservatore e rigido, ma che porta le ragazze a godere infine di una piena autonomia e libertà. Mineko sostiene infatti di aver avuto relazioni con i propri clienti, ma solo quando scopriva di essere attratta da loro e nella totale libertà di troncare in qualsiasi momento la storia, come una qualunque altra ragazza. Il potere della narrazione si trova proprio nell’aspetto confessionale che permea tutto il libro. Ci si avvicina ad esso come ci si avvicinerebbe ai segreti di un amico, con morbosa curiosità e tanta voglia di sapere, ma anche con sensibilità e gentilezza. Vogliamo sapere senza offendere, vogliamo diventare partecipi di un segreto gelosamente custodito da secoli.

 

La vita

Mineko lasciò la sua casa natale a cinque anni per dedicarsi allo studio della danza giapponese tradizionalStoria-proibita-di-una-geisha_Frammenti-di-libroe nell’okyia Iwasaki, nel quartiere Gion di Kyoto (lo stesso in cui Golden ha ambientato il suo romanzo). Fu legalmente adottata dalla padrona dell’okiya, Madame Oima, e ne prese il cognome, Iwasaki, diventando erede della casa. All’età di quindici anni Iwasaki divenne maiko, apprendista geisha. A ventuno anni, considerata la migliore danzatrice e maiko del Paese, divenne ufficialmente geiko.La sua fama crebbe a tal punto che numerose celebrità e esponenti politici di spicco provenienti da tutto il mondo domandarono di poter godere della sua compagnia. Da non perdere, l’episodio comico e un po’ rozzo che narra l’incontro con il Principe Carlo. La fama portò con sè però anche invidie e pettegolezzi, oltre a diversi episodi di aggressioni fisiche, di cui si racconta ampiamente ne libro.

Stanca delle rigidi tradizioni del mondo delle geishe, specialmente delle limitazioni nell’educazione, si ritirò giovanissima e all’apice della carriera.

“Credo ci sia una grande ironia nella professione che ho scelto.
Una perfetta geiko è sempre sotto i riflettori, mentre io ho trascorso la maggior parte della mia infanzia nascondendomi nel buio di un armadio. Una perfetta geiko fa uso di tutte le arti in suo possesso per soddisfare il suo pubblico, per regalare splendide sensazioni a ogni persona che incontra, mentre io ho sempre preferito attività solitarie. Una perfetta geiko è un elegante salice che si flette al servizio degli altri, mentre io sono sempre stata per carattere, testarda, incline a contraddire tutti e molto, molto orgogliosa.
Mentre una perfetta geiko è una maestra nel creare un’atmosfera di rilassato divertimento, io non amo particolarmente stare in compagnia.
Una geiko che brilla non è mai, mai sola e io, invece, ho sempre preferito stare per conto mio.
Bizzarro, vero? E’ come se avessi scelto deliberatamente la strada più difficile, quella che mi avrebbe costretto a confrontarmi con i miei limiti e a superarli.

 

Iwasaki sperava che la sua provocazione avrebbe stimolando un rinnovamento nella società, ma in realtà divenne la miccia che mise in moto un diverso cambiamento: ben settanta geishe si ritirarono subito dopo per emularla, tanto da spingerla a chiedersi se non sia in parte colpa sua il forte declino del mestiere negli ultimi anni.”

A differenza di Sayuri, la cui condizione di geisha nel libro le preclude la possibilità di un normale matrimonio, Iwasaki ha trovato la felicità con un artista poi diventato suo marito, con il quale ha costruito una famiglia.

                                               

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