
Romanzi rosa
Aloha srl
2017
Ebook
155

"Non era più comoda, i vestiti le si sgualcivano addosso, i capelli non erano in ordine. Ogni mattina, da sempre, si domandava davanti allo specchio: «Come sto? Sto bene?». Da qualche tempo non rispondeva più «Sì», ma «Chissenefrega». Da un po’ sentiva una pressione nella cassa toracica, qualcosa le stringeva il diaframma, aveva carenza d’aria"
Quella di Elena è una vita che trascorre sul sottile filo della contraddizione fra una quotidianità dove non manca nulla di essenziale e una incapacità ormai cronica di goderne. Un malessere interiore che avvolge la sua vita professionale e quella coniugale e che la rende apatica e psicologicamente immobile, un malessere che la trascina verso un pozzo senza fine sempre più buio e sempre più stretto, sempre più insopportabile, sempre più soffocante in una costante carenza d’aria.
Quando tutto sembra non avere più una via di fuga ecco apparire Sergio, un suo vecchio conoscente, che cercherà in ogni modo di guarirla facendole seguire lo stesso percorso che lo aveva salvato da qualcosa che lei non immagina...
Un viaggio attraverso i fragili equilibri della mente che travolgerà il lettore nel suo intimo, spingendolo anche a riflettere sul senso della quotidianità, della speranza, dell’amore. Un viaggio che i due protagonisti, come cani in gabbia, affronteranno con una lotta interiore senza filtri e con una sola certezza: bisogna toccare il fondo per risorgere.
Carenza d’aria: un romanzo ancora acerbo
Elena ha trentacinque anni, una laurea, un marito e un lavoro con prospettiva di carriera. Ma tutto questo non le basta. Dentro di lei si è instaurato un malessere al quale ha dato il nome di “depressione”, senza comprenderne appieno i motivi. Sa solo che non riesce più a godere della sua vita così perfetta.
«Da un po’ sentiva una pressione nella cassa toracica, qualcosa le stringeva il diaframma, aveva carenza d’aria. Non era più comoda, i vestiti le si sgualcivano addosso, i capelli non erano in ordine. Ogni mattina, da sempre, si domandava davanti allo specchio: “Come sto? Sto bene?”. Da qualche tempo non rispondeva più “Sì”, ma “Chissenefrega”.»
Un giorno, tornando dal lavoro, Elena si scontra con Sergio, vecchia conoscenza sbiadita dal tempo e da quella sensazione che sembra darle il diritto di guardare gli altri dall’alto in basso, come se nessuno riuscisse mai a capire le sue ombre. Sergio, tuttavia, riconosce fin da subito negli occhi di lei quell’abisso, nel quale era sprofondato lui stesso anni addietro, e tenterà l’impossibile pur di salvarla da quello stato di apatia soffocante e insopportabile che le impedisce di vivere.
Carenza d’aria è un romanzo nudo e crudo, con tanta passione istintiva e poco amore, quello vero e non dettato dall’egoismo, dalla ricerca di novità o dall’ossessione.
La trama resta quasi sullo sfondo, in sordina, appesantita e resa ripetitiva dalla stessa situazione osservata dal doppio punto di vista dei personaggi.
Quello di Elena è narrato in terza persona. Quasi a voler tenere a debita distanza il lettore. Quasi come se lei stessa si ritrovasse a osservare la sua vita dall’esterno e il suo corpo come un guscio riempito solo da paranoie, vuoti d’anima e sbalzi d’umore. Affidati a una voce fuori campo, i suoi pensieri giungono attraverso i dialoghi, le sue vere emozioni restano celate al lettore. Nonostante i gesti sconsiderati, Elena non sembra depressa, ma solo oppressa da una vita nella quale non si riconosce più, senza stimoli.
Il punto di vista di Sergio è più brillante e dinamico, carico di riflessioni oscure e ilari. È talmente ossessionato dall’amore, a tratti malato, per Elena da riuscire in alcuni casi ad annientare e perdere di vista le cose belle costruite nella sua vita. La sua voglia di salvare Elena dal baratro sembra più dettata dai suoi istinti e dalla voglia di riscattarsi.
Nonostante ricreino il ritmo incalzante del flusso dei pensieri, i lunghi periodi composti da asindeti necessiterebbero, a volte, di un’interruzione per esaltare maggiormente alcune azioni e differenziare i comportamenti dei protagonisti.
«Alcune lacrime avevano cominciato a scendere dai lati degli occhi di Elena, Sergio aveva allungato una mano e l’aveva poggiata sulla sua guancia.»
Ricco di colpi di scena, a partire dal finale, Carenza d’aria risulta un romanzo un po’ acerbo, ma con del potenziale che, con i dovuti accorgimenti, potrebbe spiccare il volo.
Piera Sortino