Le chiavi di Amalia Book Cover Le chiavi di Amalia
Eleonora Pennisi
L'Erudita
2017
Ebook
135

Amalia, la protagonista del romanzo, è una donna di quarantaquattro anni, direttrice di un’importante rivista di moda italiana, vive a Milano e ha due figli, è sposata con Giacomo che di mestiere, è medico. Una donna sempre forte e serena, ma che negli ultimi giorni sembra essere diversa, qualcosa la tormenta, se ne accorgono i figli, il marito e anche a lavoro arrivano le prime domande. Qual è il legame tra la morte del padre avvenuta qualche anno prima e l’improvvisa crisi esistenziale che sta vivendo in questo momento? Lo smarrimento delle chiavi di casa e il ritrovamento di una lettera scritta dal padre, gettano Amalia in un turbinio di ricordi e memorie del passato che contengono forse i nodi irrisolti della sua vita. Eleonora Pennisi, con una scrittura stringente, crea un legame empatico con Amalia suggerendo al lettore la complessità della relazione fra percezione individuale e condizionamenti esterni. L’autrice snoda la narrazione in un percorso a tappe, seguendo di volta in volta lo scioglimento dei dubbi della protagonista con grande lucidità e attraverso uno stile crudo che non scivola mai nel sentimentale.

Amalia e l’incontro con se stessa

Le Chiavi di Amalia di Eleonora Pennisi è la proposta di L’Erudita, marchio della casa editrice indipendente romana Giulio Perrone Editore, che ha partecipato al Premio Strega con il libro Le Notti Blu di Chiara Marchelli.

Amalia, la protagonista del libro, è una donna apparentemente forte, realizzata e con un impiego molto importante nella gestione della più importante casa di moda in Italia. Le sue giornate sono sempre frenetiche, molte decisioni da prendere, mille impegni da incastrare tra il lavoro e la famiglia.

La sua vita familiare rappresenta per lei un rifugio, il luogo in cui può deporre le armi della direttrice autoritaria e farsi coccolare dal marito e dai figli. Un equilibrio ben costruito quello tra famiglia e lavoro, il ruolo di capo e quello di moglie e madre. Ma come in tutte le narrazioni, una situazione di calma è solo apparente poiché poi si insinua un conflitto, un pensiero, un malessere che mette in crisi Amalia.

Prima di riannodare i vari fili, di capire le cause di questo malessere, che la portano ad essere sempre sovrappensiero, distratta e stanca, passerà del tempo durante il quale a noi lettori è permesso conoscere Amalia e la sua vita.

Si tratta nella maggior parte dei casi di una narrazione in prima persona, in cui possiamo conoscere i pensieri e le insicurezze della protagonista, che accompagniamo nel suo scavo psicologico, nella sua autoanalisi. Sarà infine un semplice pretesto a imporle di guardarsi finalmente dentro, per scoprire quale sia la situazione irrisolta che ha spezzato il suo equilibrio interiore e che la tormenta.

“Per quanto si possono incolpare gli altri per le proprie mancanze?”

La narrazione è scorrevole, lineare e asciutta in linea con la storia e la voce di Amalia. Alla fine del libro si ha l’impressione di aver goduto di una buona lettura, di aver accompagnato silenziosamente la protagonista in un momento di importante risoluzione della propria vita. Ogni famiglia ha la propria storia, le proprie crepe e i propri tabù che possono tornare a disturbare se accantonati, messi da parte senza troppo rispetto. Mai nulla fu più vero del detto “tutti i nodi vengono al pettine”, nodi che Amalia dovrà districare per tornare alla sua amata normalità.

“Ci sono degli attimi così, in cui ti fermi un attimo e ti accorgi che nel tuo piccolo fragile universo hai tutto, momenti in cui non vorresti nient’altro che stare lì e continuare a vivere la tua vita. Mi girai, guardai Giacomo e realizzai che avevo superato quella crisi e che ero di nuovo contenta.”

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Costanza Raspa

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