
Giallo
Amazon Media EU S.à r.l.
04/01/2016
Formato Kindle
176

Una caletta deserta.
Una giovane donna strangolata.
Un uomo infido, tanto infido da colpirla proprio quando si sentiva al sicuro.
Un romanzo corale, a quattro investigatori.
Sullo sfondo, la semiotica e le carte siciliane, i segni e gli indizi...
Bentornati amici lettori. Oggi vi vogliamo parlare di un libro che Carla Virzì ci ha gentilmente inviato, Un volto infido, e che abbiamo recensito per voi! Un giallo… o forse qualcosa di più?
Si dovrebbe in effetti trattare di un giallo, sicuramente: ci sono due donne morte, altre donne scomparse; c’è un volto infido da inseguire e arrestare. Ma il lettore è talmente avvolto e circondato dalle tante storie collaterali, da arrivare al punto di vedere solo da lontano e sbiadito il caso da seguire e da lasciarsi abbagliare, a turno, dalle varie vicende: un’indovina che usa i tarocchi per vedere il futuro, un giornalista dall’intuito speciale, un’assistente sociale e i suoi invadenti vicini di casa. Sono ben presentati questi scaglioni di vita; talmente bene da trarre fin troppo spesso in inganno il lettore, che spera di aver trovato finalmente il bandolo della matassa e invece, al capitolo dopo, ripiomba in un’altra tana del Bianconiglio. La scrittrice, Carla Virzì, sembra aver preparato apposta un bel inganno per il lettore, che però non riguarda il caso da seguire, ma il libro stesso. La sua scrittura è caricaturale e divertente quando descrive i personaggi legati allo sfondo, la bella Sicilia: la famiglia legata alla mafia, a metà tra la chiassosa e numerosa famiglia di camorristi napoletani e quella orgogliosa e matriarcale della mafia siciliana; i colleghi del commissario Orlando, Penna e Licastro, che mostrano il loro essere siciliani veraci con lo stereotipato atteggiamento lassista del sud; e poi tutti, sulle questioni più serie, condiscono il discorso con accenni al siciliano se non con intere frasi in dialetto. Bella anche la scrittura quando si parla di sentimenti: l’amore, anche se finito e disastrato, dell’intuitivo giornalista Remo; le preoccupazioni da padre del commissario Orlando. Ma poi (si potrebbe dire “proprio sul più bello”) la scrittura inciampa quando si tratta proprio del giallo da esporre: i dettagli, che tanto sono cari al lettore, per fingersi, in quei piccoli momenti di svago, un piccolo Sherlock Holmes, vengono detti in maniera frettolosa, e in alcuni casi un po’ sommaria; il volto infido, che compare sin dal titolo, che viene nominato in continuazione e viene riconosciuto unanimemente come tale da tutti i personaggi del romanzo, non viene descritto in maniera tale da consentire al lettore di partecipare al riconoscimento dell’effettiva malignità di questo viso.
Alla fin fine questo libro è comunque un giallo, dove, però, il vero mistero non è chi sia l’assassino, chi sia davvero il volto infido, ma è “Questo libro dove mi porterà?”
Come ci scrive Carla Virzì, il suo progetto non si ferma al libro, ma è “transmediastorytelling”, ovvero:
1) un booktrailer
2) un mazzo di carte progettato da un artdesigner come restyling delle carte siciliane che fanno da sfondo alla narrazione
3) un gioco di investigazione on-line che consente al lettore di ricevere gratuitamente i capitoli del romanzo via via che segue gli indizi
4) un profilo twitter, da seguire se vi siete appassionati, di uno dei suoi protagonisti (@remocavadi), giornalista e semiologo
Siamo riusciti ad incuriosirvi?
Lucia Senatore