
Biografia
Piemme
2015
Cartaceo
586

È il 1962 e Jane e Stephen frequentano l'università inglese di Cambridge. Lei è una ragazza vivace che palpita per i versi dei poeti spagnoli, lui un promettente studente di cosmologia, sempre perso nei suoi pensieri, alla ricerca di una spiegazione semplice e unica dell'universo. Grazie all'amore e alla caparbietà, i due giovani strappano giorni all'eternità, uno dopo l'altro. Mentre il corpo di Stephen è imprigionato in limiti sempre più stringenti, la sua mente continua a espandersi, fino a forzare le frontiere della fisica. Insieme, si spingono più lontano di quanto avrebbero mai potuto immaginare.
Il racconto di una vita straordinaria
Verso l’infinito è la storia dello scienziato Stephen Hawking – deceduto il 14 marzo 2018 – raccontata dalla ex moglie Jane Wilde, con cui è stato sposato per 25 anni. È una biografia dettagliata e puntuale, con una serie di riferimenti temporali e di avvenimenti che ci fanno pensare più ad un diario personale lungo una vita che a una struttura narrativa appositamente progettata per farne un libro.
Non può comunque che essere straordinario l’intento e il risultato raggiunto da una simile opera, intrisa di minuzie e ricca di quel sentimento di dedizione che caratterizza la sua stesura come l’esistenza che ci viene trasmessa dalle pagine. Il desiderio di sopravvivere è – alla pari – condiviso da Jane e da Stephen come caparbietà di scoprire e di essere più forti di una malattia che senza avvertimento si trasforma in una presenza ingombrante da dover superare con una forza sempre maggiore. Riponendo fiducia nel futuro, le scoperte di Stephen Hawking, profondamente dipendenti dalla straordinaria presenza della moglie Jane, non sono nient’altro che il dovere di trasformare l’ambizione in una conoscenza da trasmettere agli altri.
Non si tratta infatti di un’esistenza animata soltanto da un coraggio eccezionale, ma del continuo sovrapporsi di intenzioni che hanno combattuto fermamente con la realtà, dimostrando la sopravvivenza di un sentimento tutt’altro che effimero.
Al contrario, la vita di Stephen e Jane sembra essere stata una nobile guerra contro il destino per riabilitare una mente straordinaria affinché non restasse intrappolata in un corpo immobile, immettendo forza ed energia per nutrire una devozione sempre pronta a superarsi e a confermarsi indiscutibilmente all’altezza di una promessa. Non c’è quasi mai traccia di sconfitta nella mente di Jane, ed è per questo che qualsiasi debolezza si tramuta in una nuova conferma delle stesse priorità: ogni interrogativo è seguito da un nuovo itinerario, da un programma fitto e preciso e dalla risolutezza incessante di donare amore alla propria famiglia.
Nel fare un parallelismo – del tutto inevitabile – con il film La teoria del tutto (regia di James Marsh, 2014) possiamo dire che il libro non addolcisce per niente le evidenze devastanti della malattia né tantomeno indugia sulle logiche dei rapporti umani e famigliari. Preferisce invece aprire un’enorme finestra di riflessione su aspetti non noti della vita privata degli Hawking, parenti e amici annessi. Ciò che più sconvolge è la rivelazione, a dispetto della storia patinata del film, di egoismi e rimostranze esclusi dalla sceneggiatura, che ci consegnano una versione più asciutta dei fatti che si ritrovano nel romanzo.
Diversamente dal film, che è chiaramente ispirato al libro, la struttura del romanzo si mantiene sì concentrata sui traguardi scientifici, raccontandoli con attenzione, ma rivela senza troppi giri di parole una serie di episodi poco sentimentali ed anzi molto intimi. L’intento è confermato dall’eccezionale registro linguistico e dalla forma del testo, chiari indicatori di sentimenti, oppressioni e insicurezze quanto di orgoglio e gratitudine per una vita così eccellente, pur con qualche momento di intenso dolore.
Chiara Tamburini