Viola e Verde Book Cover Viola e Verde
Pamela Della Mina
Narrativa
Antonio Tombolini Editore
2016
ebook

Futura è una ragazza di vent'anni che consegna le sue emozioni ad un armadio, per tenerle in ordine. Le sue amiche le sono ora vicine, ora lontane, e il mondo grazie a loro è più facile da affrontare.

Viola e Verde è la storia di quattro ragazze alle prese con il quotidiano vivere. Nessuna delle loro vite è straordinaria, anzi: tutte sono intrappolate in una Milano dal cielo grigio in cui il sole sembra non spuntare mai.

Futura ha un nome che ancora non è riuscita a capire bene e che la tiene più legata al passato che al presente. Ha vent’anni, gli occhi verdi e viola, una camera con la moquette verde e un armadio viola, dove tiene in ordine le sue emozioni catalogandole in ordine alfabetico. Per lei crescere è una sfida ed è bene identificare ciò che prova dandogli un nome e moderandone l’uso. È proprio in questo non ovvio processo di accettazione sociale che si chiede: “Che poi cosa vuol dire essere normale?”

Viola e Verde lavora con l’intensità delle parole ed è in grado di evocare chiare immagini con facilità, trasmettendone i dettagli. Alle quattro ragazze (Sara, Giada, Diana e Futura) è affidato, senza un ordine preciso, l’avvicendarsi di racconti intrisi di un senso di forte insicurezza nei confronti della vita. È una sorta di specchio in cui questi quattro volti si riconoscono, senza mai compiere delle vere e proprie azioni, mostrare coraggio, esprimere un’idea. Tra i dilemmi più importanti di questa gioventù c’è il modo in cui divertirsi, e ad aver scoperto come si fa è chi, trascorsa una sera in discoteca, sa anche reggere l’ennesima birretta e fumare qualcosa. Meglio ancora se poi, prima di uscire, il ragazzo che hai appena incontrato ti consegna il suo numero di telefono e tu affidi a quel pezzo di carta tutte le tue speranze. Nella vita di queste quattro ragazze, essere ubriache è una condizione di ricercare piuttosto che un errore occasionale, un rifugio dalla confusione della loro testa, non la conseguenza di un limite mal gestito.

Per un lungo periodo la lettura si trasforma in un’occasione per staccarsi dall’apatia e prendere posizione rispetto ai personaggi, avvolti da un mondo che non riescono a dominare. Ma è difficile provare empatia, soprattutto quando la storia tra Manuel e Futura si trasforma nel luogo comune di padre e padrone (o forse lo è sempre stata?), anche se ci viene raccontata mostrandoci anche la faccia più lucida di questo amore. È difficile provare empatia perché si capisce bene che tra Sara, Giada, Diana e Futura non solo non c’è sempre stima, ma spesso nemmeno l’idea di un vero rapporto di amicizia. Eccezioni a parte.

Ma la svolta narrativa che ci coglie quasi alla fine apre la scena a nuove interpretazioni.

È grazie al punto di vista di un nuovo personaggio che si possono tirare le fila, risalendo all’origine del continuo divagare che nel libro e nella vita di Futura non ha mai consentito di tratteggiare un’azione vera.

Scritto esattamente come la storia che racconta, con molto potenziale ma mai, in nessuna pagina, pienamente sfruttato, Viola e Verde smuove le nostre emozioni palesando la cattiveria di due genitori inadatti alla vita, camuffata nelle vesti di una decisione oculata ma abbastanza folle da rivelare tutta la sua anomalia. La muta dimensione che ha dato senso ai genitori di Futura è la stessa in cui lei si rifugia per comodità, riconoscendo come sola e unica la sua capacità espressiva, difficile da comunicare e da espellere. Futura e le sue amiche restano a lungo intrappolate nei loro corpi senza saper scegliere, accettando che il loro essere ripetitive gli si stringa sempre di più addosso. Ma, a differenza delle altre, Futura sa di non saper affrontare la sua rinascita e riconosce la paura della scoperta come sinonimo di una paralisi totalizzante.

E questa è l’unica salvezza in grado di consegnarla al suo futuro.

Siete curiosi? Cliccate qui per vedere il booktrailer!

Chiara Tamburini

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